É ufficialmente partita l’Alleanza europea Materie Prime (European Raw Materials Alliance) lanciata a inizio settembre dalla Commissione Ue con l’obiettivo di garantire all’Europa l’approvvigionamento nelle catene del valore delle cosiddette ‘terre rare’ e dei magneti, vitali per molti settori innovativi dell’economia europea (come l’energia rinnovabile, l’industria automobilistica, la difesa e l’elettronica). Guidata da Kic-Eit RawMaterials, organizzazione finanziata dall’Ue, l’iniziativa riunisce per ora oltre 150 partner industriali e non, tra cui Fiat Chrysler.
“Dobbiamo progredire dalla situazione in cui l’Ue importa le materie prime e chiude gli occhi sui problemi a esse legati nei Paesi terzi. Assumersi più responsabilità e applicare standard ambientali e sociali elevati è parte della soluzione“, ha detto il commissario Ue per il Mercato interno, Thierry Breton, presentando l’Alleanza. “Non stiamo parlando di produrre tutto in Ue e isolarci dal mondo, ma dell’avere scelte, alternative, concorrenza. Evitare dipendenze indesiderate – economicamente e geopoliticamente“, ha aggiunto.
In questi mesi, la pandemia e le conseguenti interruzioni nelle catene del valore hanno acuito il problema, lasciando diversi nervi scoperti. “Dobbiamo cambiare il nostro approccio alle materie prime critiche, ridurre la nostra dipendenza e rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento. A tal fine, il piano d’azione sui Raw Materials, insieme al piano d’azione per l’economia circolare, è parte integrante della nostra strategia di ripresa e resilienza”, ha dichiarato Maroš Šefčovič, Vice Presidente della Commissione europea.
Cosa farà nella pratica la nuova Alleanza europea Materie Prime? Metterà assieme attori industriali e investitori, Stati e Regioni, mondo della ricerca e società civile. Un gruppo solido che identificherà barriere, opportunità e casi di investimento per costruire capacità in tutte le fasi della catena del valore delle materie prime, dall’estrazione mineraria al riciclo.
“Ogni anno l’UE genera circa 9,9 milioni di tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche.” – ha aggiunto il vicepresidente Ue – “Circa il 30% viene raccolto e riciclato. Ma il recupero delle materie prime critiche da questi scarti è inferiore all’1%. Sfruttare queste miniere urbane potrebbe alla fine soddisfare gran parte della domanda dell’UE di materie prime essenziali”.