Anche quest’anno Wallbox, azienda leader nel settore della ricarica per veicoli elettrici e altri dispositivi per la gestione energetica, ha creato l’itinerario perfetto: quattro giorni alla scoperta dei maggiori Siti UNESCO della Lombardia, la regione italiana con il maggior numero di aree sotto tutela. Dei 58 Siti UNESCO italiani, infatti, 10 si trovano proprio qui. A questi si aggiungono poi 5 patrimoni immateriali, 3 Riserve della biosfera e 3 città creative – Milano, Bergamo e Como. La Lombardia, inoltre, detiene un altro primato: è infatti la più virtuosa delle regioni italiane in termini di colonnine per la ricarica pubblica installate, possedendone 8.094 (dati di Motus-E, settembre 2023).
Prima di partire, è consigliabile pianificare con attenzione la rotta e individuare le località di interesse insieme ai punti di ricarica più vicini, utilizzando app e siti web dedicati come Electromaps, che consente l’accesso a punti di ricarica elettrica gratuiti o a pagamento nel sud Europa. Inoltre, è sempre meglio individuare le stazioni di ricarica veloci o ultraveloci lungo il percorso, come Supernova 150 kw di Wallbox – in grado di aggiungere in soli sette minuti fino a 100 chilometri di autonomia alla batteria della propria auto – per ricaricare 2 o 3 volte più velocemente e risparmiare minuti e ore preziose.
Giorno 1 – Milano e Mantova: dal genio di Da Vinci alla grandezza dei Gonzaga
Il nostro viaggio parte da Milano: città in continua evoluzione, che tra i suoi palazzi e grattacieli moderni continua però a nascondere bellezze da vedere con i propri occhi almeno una volta nella vita. Una di queste è la Basilica di Santa Maria delle Grazie, situata nel cuore di Milano: inserita nel 1980 nella World Heritage List dell’Unesco, é una delle massime testimonianze dell’arte rinascimentale; qui è possibile ammirare L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci. Prenotate la visita al mattino e nel frattempo ricaricate completamente la vostra auto: in città ci sono ben 1.351 colonnine di ricarica a vostra disposizione. Finita la visita, il viaggio vero e proprio può avere inizio: mettiamoci in auto in direzione Mantova, dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità insieme a Sabbioneta nel luglio 2008. Lasciamo da parte l’auto per godere a pieno, a piedi, di tutte le meraviglie della città: la piazza Virgiliana e Palazzo Ducale, uno dei 10 palazzi più belli d’Italia e tra i più grandi d’Europa, ma anche le basiliche e Piazza delle Erbe. Non mancheranno lungo il tragitto osterie tipiche: da provare assolutamente sono i “capunsei”, i tipici “gnocchi di pane” mantovani. Il luogo migliore per caricare l’auto? Sicuramente alle porte del centro e nei dintorni della città.
Giorno 2 – Brescia: i Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)
Il secondo giorno del nostro viaggio è dedicato a Brescia, città che insieme a Bergamo è stata Capitale italiana della Cultura 2023 e la cui provincia vanta ben tre dei luoghi lombardi che l’UNESCO ha definito Patrimonio dell’Umanità: il Complesso monastico di San Salvatore-Santa Giulia e l’area archeologica del Capitolium. Non deve mancare una visita al Castello di Brescia, che domina l’intera città. Caricare l’auto sarà semplice: Brescia da sola conta 174 stazioni di ricarica pubblica, che salgono a 687 se consideriamo anche quelle dislocate fuori città.
Giorno 3 – Bergamo: le Mura Veneziane e un guinness dei primati
Vale la pena, dopo aver visitato Brescia, di fermarsi anche a Bergamo. Qui l’UNESCO ha “premiato” le mura veneziane di Bergamo, un’imponente costruzione architettonica risalente al XVI secolo: a formarle sono 14 baluardi, 2 piani, 32 garitte (di cui solo una è giunta sino a noi), 100 aperture per bocche da fuoco, due polveriere, 4 porte. A questo si aggiungono poi una miriade di sortite e passaggi militari. Dislocate lungo un percorso transnazionale che da Bergamo raggiunge il Montenegro, passando per la Croazia, le mura hanno in un certo senso permesso ai bergamaschi di raggiungere anche un altro traguardo: il 3 luglio 2016, infatti, Bergamo ha organizzato l’Abbraccio delle mura, iniziativa a sostegno della candidatura UNESCO che ha coinvolto undicimila persone e che ha permesso di ottenere anche un Guinness dei PrimatiGiorno 4 – Crespi D’Adda e rientro a Milano
L’ultimo giorno, quello del rientro, vale la pena fare una piccola sosta a Crespi D’Adda, villaggio operaio dove è inevitabile fare un tuffo imperdibile nel passato industriale della regione. L’UNESCO lo ha definito un “esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, il più completo e meglio conservato del Sud Europa”. Crespi è la straordinaria storia di una vera e propria città ideale del lavoro, un piccolo feudo dove il castello del padrone era simbolo sia della sua autorità che della benevolenza, verso i lavoratori e le loro famiglie. Cosa lascia ancora più stupiti? Il villaggio, oggi, è ancora abitato da una comunità composta, in prevalenza, dai discendenti dei lavoratori originari della storica fabbrica tessile.