Alcune sostanze inquinanti presenti nell’aria hanno un impatto più grave sulla salute femminile rispetto a quella maschile. A concluderlo è uno studio presentato al congresso internazionale dell’European Respiratory Society (ERS), in scena a Barcellona dal 4 al 6 settembre, che ha esaminato cosa succede nel sangue quando una persona viene esposta agli scarichi dei motori diesel.
L’indagine, a cura di un equipe di ricerca canadese, ha coinvolto un gruppo di volontari di ambo i sessi, che ha trascorso quattro ore respirando aria filtrata e altrettanto tempo inalando emissioni diesel a tre diverse concentrazioni di PM 2,5 (il particolato fine), ossia 20, 50 e 150 microgrammi per metro cubo, con un pausa di quattro settimane tra un’esposizione e l’altra. Per farsi un’idea, l’attuale valore limite giornaliero stabilito dalla legge italiana è di 50 microgrammi per metro cubo, da non superare più di 35 volte in un anno. Il valore limite sulla media annua è invece di 40 microgrammi per metro cubo.
Le analisi condotte sui campioni di sangue prelevati 24 ore dopo ogni esposizione hanno evidenziato differenze significative nei livelli di 90 proteine sospese nel plasma sanguigno (cioè la parte liquida del sangue). Utilizzando una tecnica specifica chiamata cromatografia liquida-spettrometria di massa (LC-MS), gli autori hanno scoperto che nelle donne ci sono maggiori cambiamenti a carico di proteine note ad esempio per il loro ruolo nei processi infiammatori e immunitari o nelle malattie cardiovascolari. Le alterazioni più marcate sono state rilevate a seguito dei test eseguiti con concentrazioni più elevate di gas di scarico.
Lavori precedenti dello stesso team avevano già messo in luce che esistono differenze tra i due sessi nel modo in cui si sviluppano certe malattie polmonari come l’asma e le infezioni respiratorie. Secondo la professoressa Neeloffer Mookherjee, coautrice del nuovo paper, questo ulteriore approfondimento “dimostra, per quanto si tratti di risultati preliminari, che l’esposizione alle emissioni diesel provoca effetti differenti negli organismi femminili rispetto a quelli maschili e ciò potrebbe indicare che l’inquinamento atmosferico è più pericoloso per le donne che per gli uomini”.
Al momento non è possibile dire con certezza da cosa dipendano le differenze, ragioni per cui il focus dei prossimi studi sarà cercare di comprendere meglio come i livelli di certe proteine influenzino la risposta immunitaria nei due sessi. “Dobbiamo sapere molto di più sul modo in cui uomini e donne rispondono all’inquinamento atmosferico e cosa significa per prevenire, diagnosticare e curare le loro malattie respiratorie”, ha chiosato Mookherjee.