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Studio agenzia Onu: nel 2040 dal Mediterraneo il 27% dell’eolico mondiale

Il mondo continua sulla strada dell’energia sostenibile ma non abbastanza velocemente per gli obiettivi di energia che sono stati posti per il 2030 dall’agenza per lo sviluppo sostenibile che l’Onu ha adottato nel 2015 e che prevede un’energia pulita e realizzabile. Lo ricorda Plan Bleu, il centro di attività regionali del Mediterranean Action Plan (MAP) del programma per l’ambiente dell’Onu (UNEP) che ha pubblicato una relazione su come sta procedendo la realizzazione di impianti per l’energia eolica nel Mediterraneo su cui sta lavorando intensamente l’Europa, in obiettivi che prevedono per l’Ue l’obiettivo di 111 gigawatt di energia rinnovabile dal mare entro il 2030, raddoppiando la massima quota di energia che era stata prevista dalla Commissione Europea.

L’Osservatorio dell’Energia del Mediterraneo ha infatti evidenziato che lo scenario per il 2040 prevede che venga triplicata la produzione di energia dal mare rispetto a oggi, raggiungendo solo dal Mediterraneo il 27% dell’energia eolica e solare che serve nel mondo, sfruttando bene l’enorme quantità di energia dal vento che è nel Mediterraneo.

Dallo studio emerge che molti Paesi Ue hanno dimostrato grandi passi avanti nell’Energia Rinnovabile Marina (Mre) negli ultimi anni, con forte attenzione sull’eolico, in particolare da Croazia, Cipro, Francia, Italia, Grecia, Malta, Portogallo, Slovenia e Spagna che hanno coste ben sfruttabili, mentre il mare lontano dalla costa deve fare i conti con le grandi profondità che mettono in difficoltà le tecnologie per l’eolico.

Anche l’energia delle onde ha un forte potenziale ma su questo la tecnologia ha bisogno di maggiori passi avanti, mentre la tecnologia odierna registra Grecia, Italia, Libia e Tunisia come i Paesi che meglio sfruttano l’eolico. Oltre alla produzione di energia, lo studio sottolinea anche la necessità di impianti infrastrutturali come avviene a Taranto, in Puglia, che è la casa dell’impianto per la maggiore produzione in mare di 30 megawatt nel Mediterraneo, ma lo sviluppo è forte anche in Francia dove sono state finanziate dall’Ue tre impianti offshore per 210 milioni di euro nell’area del Golfo Fos-sur-Mer, presso Marsiglia. Anche la Spagna sta lavorando sul settore con fondi investiti di 200 milioni per impianti marittimi di rinnovabili.

Progressi sono in corso anche in Tunisia, con studi sugli impianti eolici e in Grecia e Turchia che hanno scelto dei luoghi dove costruire impianti di rinnovabili, mentre Algeria e Libano stanno facendo i loro primi passi nella direzione dell’eolico.

Nella relazione si prendono in considerazione anche le cooperazione tra diversi Paesi che stanno avanzando ai tavoli delle organizzazioni. Tra i luoghi presi da esempio c’è l’Italia che ha incluso il Mre nelle strategie nazionali, portando l’obiettivo a 900 megawatt di produzione elettrica eolica entro il 2030. Obiettivi che sono ora seguiti con attenzione anche da Paesi come Croazia, Grecia, Malta, Tunisia e Turchia che hanno pochi impianti ma puntano a una crescita forte, come pure nuovi obiettivi di crescita nel settore sono espressi di recente da Albania, Egitto, Algeria, Israele, Libano e Marocco, che sono ai primi passi.

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