Per la prima volta in oltre 130 anni di storia, le energie rinnovabili hanno superato il carbone nella corsa alla generazione di energia negli Stati uniti. Lo indica uno studio condotto dalla società di ricerca Moody e dall’’Institute for Energy Economics and Financial Analysis.
Complice la pandemia di coronavirus, il consumo del combustibile fossile è diminuito del 15%, in calo per il sesto anno consecutivo, mentre le energie rinnovabili sono aumentate dell’1%.
“Stiamo assistendo alla fine del carbone“ ha commentato Dennis Wamsted, analista dell’Istituto – “Non vedremo una forte ripresa della generazione di carbone, la tendenza è piuttosto chiara“.
Il crollo nell’uso del combustibile fossile sarebbe stato quasi impensabile un decennio fa, quando la fonte rappresentava quasi la metà dell’elettricità generata oltreoceano. Questa percentuale potrebbe inoltre scendere al di sotto del 20% nel corso del 2020, con gli analisti che prevedono un ulteriore dimezzamento entro il prossimo decennio.
“È un grande momento per il mercato delle energie rinnovabili”, ha affermato Ben Nelson, capo analista presso Moody. “L’entità dell’intervento per aiutare il carbone non è stata sufficiente per cambiare radicalmente la sua traiettoria, che punta drasticamente verso il basso“. Nelson ha dichiarato di aspettarsi che la produzione crollerà di 1/4 quest’anno, ma ha sottolineato che dichiarare la fine del settore è “prematuro. Ciò dipende dalle massicce esportazioni del combustibile fossile e dal suo uso nella produzione dell’acciaio.2
Nel frattempo, le fonti rinnovabili hanno rappresentato l’11% del consumo totale di energia degli Stati Uniti nel corso del 2019. Il petrolio rappresentava il 37% del totale, seguito dal gas al 32%. Le energie rinnovabili hanno ridotto marginalmente il carbone, mentre il nucleare si è attestato all’8%. “Superare il carbone è un grosso primo passo, ma il prossimo round sarà l’industria del gas“, ha detto Wamsted.
