Il Mezzogiorno può e deve diventare l’area del Paese in cui attuare maggiormente lo sviluppo delle energie rinnovabili, in particolare del fotovoltaico e dell’eolico, diventando così un driver del processo di transizione . É quanto sostiene un report di Svimez, l’associazione privata che promuovere lo studio delle condizioni economiche del Mezzogiorno d’Italia. Il report è stato redatto con Ref Ricerche e con la collaborazione di Enel Green Power.
Per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, secondo il report, nel complesso, sarebbero necessari investimenti per oltre 82 miliardi di euro a livello nazionale, la cui distribuzione privilegerebbe le regioni meridionali, verso le quali sarebbe necessario destinare circa 48 miliardi di investimenti, pari al 58,9% del totale. Questa mole di interventi genererebbe, su scala nazionale, un incremento nel valore della produzione ‒ al netto delle attività non market ‒ di 148 miliardi di euro; per ogni euro di investimento se ne creerebbero 1,8 nell’intero sistema economico. Il valore aggiunto addizionale sarebbe pari a 55 miliardi di euro.
L’impatto, in termini di incidenza del valore aggiunto attivato sul Pil sarebbe pari al +3,1% sul 2019 a livello nazionale; anche in questo caso sarebbe maggiormente rilevante nelle regioni del Mezzogiorno (+5%) rispetto al CentroNord (+2%).
L’incidenza sul Pil sarebbe particolarmente significativa in Basilicata (17,3%), Molise (10,3%), Puglia (8,0%) e Sardegna (5,8%). Gli investimenti complessivamente ipotizzati sarebbero tali da attivare, nell’intero periodo, 373 mila occupati aggiuntivi, di cui 156 mila nelle regioni meridionali e la parte restante, pari a 164 mila, in quelle del Centro-Nord.