Negli ultimi anni l’Ue è riuscita a resistere ai rischi critici per la sicurezza del suo approvvigionamento energetico, a riconquistare il controllo sul mercato e sui prezzi dell’energia e ad accelerare la transizione verso la neutralità climatica. Lo afferma la Commissione europea in una sua nota sul Rapporto per il 2024 dell’Unione dell’Energia.
I risultati positivi per l’Ue, secondo la Commissione, sono numerosi e notevoli, ma in alcuni settori i progressi non sono ancora soddisfacenti. La Commissione rileva che “la produzione di energia rinnovabile sta stabilendo nuovi record in termini di capacità. Nella prima metà del 2024 la metà della produzione di energia elettrica dell’Ue proveniva da fonti rinnovabili”. L’energia eolica ha superato il gas per diventare la seconda fonte di energia elettrica dell’Ue dopo il nucleare. Secondo il rapporto, c’è stato “un aumento della capacità eolica e solare installata del 36% tra il 2021 e il 2023, con un risparmio di circa 35 miliardi di metri cubi di gas in 2 anni”. Inoltre, “con 56 GW di nuova capacità di energia solare installata nel 2023, l’Ue ha stabilito un altro record superando i 40 GW aggiuntivi che erano stati installati nel 2022”.
“Nel 2022 – si legge nel rapporto -, l’Ue ha raggiunto una quota del 23,0% di energia rinnovabile nel consumo finale lordo di energia, con un aumento di 1,1 punti percentuali rispetto al 2021 (21,9%). In media, la quota complessiva di energia rinnovabile è aumentata di 0,7 punti percentuali all’anno negli ultimi 10 anni”. Secondo la Commissione, “i progressi sono stati forti nel settore dell’elettricità, con un aumento della quota di energie rinnovabili dal 25,1% nel 2012 al 41,2% nel 2022”.
Tuttavia, “i progressi nel riscaldamento e raffreddamento (dal 18,6% al 24,9%) e nei trasporti (dal 5,8% al 9,6%) sono stati più modesti. Il nuovo obiettivo Ue del 42,5% per il 2030 (e ancor di più l’obiettivo ambizioso del 45%) richiederà una crescita molto più rapida nei prossimi anni”.