In Italia ci sono ancora troppi ostacoli alla diffusione delle fonti energetiche pulite. A dirlo è Legambiente che, tra le 20 storie raccolte nel rapporto “Scacco Matto alle rinnovabili. Tutta la burocrazia che blocca lo sviluppo delle rinnovabili favorendo gas e finte soluzioni”, cita il “caso” Rimini rimarcando i benefici che l’impianto eolico offshore, del quale si parla da un paio d’anni, apporterebbe al territorio e al bilancio energetico regionale.
Si stima – spiega l’associazione in un comunicato – che a livello di riduzione di emissioni annue di CO2 l’impianto avrebbe gli effetti di oltre 150.000 impianti fotovoltaici famigliari da 3 kW o la piantumazione di oltre 5 milioni di alberi. Questo anche tenendo conto di disponibilità di vento piuttosto cautelative. “Ciononostante – ricorda Legambiente –, il progetto è contrastato da un’imponente azione Nimby (non nel mio giardino) e Nimto (non nel mio mandato) a livello regionale e locale, in particolare all’interno del Comune di Rimini, che, come effetto immediato ha portato ad un ridimensionamento dell’opera da 59 pale eoliche a 51, riducendo l’area interessata da 113 a 80 chilometri quadrati“. L’associazione non risparmia critiche neppure alla Giunta dell’Emilia Romagna: “l’assessore regionale Corsini, pur in assenza di competenza in materia di VIA si è espresso fin da subito contro l’impianto. Lo stesso assessore, tuttavia, che è continuamente sulla stampa a richiedere al governo risorse per nuove strade e autostrade“.
In chiusura, Legambiente si domanda come la Regione Emilia-Romagna pensa di raggiungere gli obiettivi che si era posta, e cioè la neutralità carbonica al 2050 e il raggiungimento del 100% di fonti rinnovabili entro il 2035.