Imq eAmbiente è presente a Ecomondo 2023, la fiera del mondo nuovo della green economy che si tiene a Rimini dal 7 al 10 novembre. Tema portante di quest’anno è il ‘lavoro verde’, job green, per il quale Imq eAmbiente si è esposta da anni assumendo decine di neolaureati possessori di skills interdisciplinari e capaci di accompagnare le aziende nella transizione verde e digitale. Man mano che i governi investono nella costruzione di economie verdi, i professionisti dell’ambiente sono sempre più desiderati. Tra le professioni specialistiche, il tasso di fabbisogno più elevato risulta per gli ingegneri, stimato tra il 4,5% e il 5,1%, seguiti dagli specialisti della formazione e della ricerca (professori, esperti dei progetti formativi, insegnanti, ricercatori) con un tasso del 4,5-4,8%, e per cui si prevede anche un ampio fabbisogno in termini assoluti (300-320mila unità nel quinquennio).
Sempre secondo dati Unioncamere-Anpal, in Italia nel 2022, competenze green quali l’attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale sono state richieste per circa 4,2 milioni di posizioni lavorative, pari all´81,1% della domanda. Solo nel mese di maggio 2023, il mercato offriva 140mila posizioni lavorative a laureati e diplomati in discipline green.
“Numeri che danno la misura dell’urgenza della domanda da parte del mercato – dice Gabriella Chiellino, CO-Founder e CEO di eAmbiente – che tuttavia fatica a trovare professionisti specializzati e a capire la svolta sociale e industriale che stiamo vivendo. Le aziende non possono più ignorare la dimensione dell’impatto ambientale e con l’avvio dei progetti riferiti al Pnrr sono fondamentali la valutazione con gli strumenti del Dnsh (evitare danni significativi) e Cam (criteri minimi ambientali); questi ultimi focalizzati all’affidamento di servizi di progettazione e di lavori per interventi edilizi”.
In Italia, spiega Chiellino, “l’efficacia dei Cam è stata assicurata grazie alle previsioni contenute nel nuovo Codice dei contratti che prevede l’obbligo di applicazione, per l’intero valore dell’importo della gara, delle “specifiche tecniche” e delle “clausole contrattuali”, contenute nei criteri ambientali minimi (Cam). Lo stesso comma prevede che si debba tener conto dei Cam anche per la definizione dei “criteri di aggiudicazione dell’appalto. Questo è quanto cerchiamo di trasmettere anche alle aziende che affianchiamo nel corso dei loro lavori”. “Proprio su questi temi abbiamo affiancato e collaboriamo con il gruppo Sea, che gestisce il sistema aeroportuale milanese. Sea, infatti, si impegna nei progetti di sostenibilità anche nei lavori in corso e programmati per l’adeguamento e il potenziamento degli scali di Milano Linate e Malpensa”.
L’azienda è fortemente e costantemente impegnata a promuovere e consolidare una cultura della salute, della sicurezza e della tutela dell’ambiente, incentivando una sempre maggiore attenzione e consapevolezza dei rischi ambientali e incoraggiando comportamenti responsabili e sostenibili. Coerentemente con questo approccio Sea ha definito il percorso per la valutazione della sostenibilità ambientale nei cantieri adattando le best practices di settore alle specificità delle attività svolte nei contesti aeroportuali, ad esempio sviluppando, anche con il supporto di Imq-eAmbiente, specifici tool per gli audit periodici e la relativa rendicontazione.
L’adozione sistematica di queste metodologie e l’inserimento di criteri di misurabilità sui risultati lungo l’intero ciclo di vita degli interventi (pianificazione, progettazione, affidamento, realizzazione) consentirà di sviluppare un approccio cooperativo con gli attori coinvolti nella realizzazione dell’opera per il miglioramento delle prestazioni di sostenibilità.
“Sea conferma il proprio impegno per la sostenibilità anche in riferimento ai lavori in corso e programmati per l’adeguamento e il potenziamento degli scali di Linate e Malpensa – dichiara Giorgio Medici, direttore environment and funded initiatives di Sea Milan Airports – l’adozione sistematica di azioni di verifica, che includono anche tool per la valutazione dei risultati lungo l’intero ciclo di vita degli interventi, consente di sviluppare un efficace approccio cooperativo con le imprese e la filiera che verrà chiamata a realizzare l’opera, ottenendo un reale miglioramento delle prestazioni di sostenibilità”.
“Siamo entrati in una nuova epoca – conclude Chiellino – e chi non se ne rende conto rischia di arrivare in ritardo anche sul cambio di mentalità che la società impone. Il cantiere sostenibile è l’anello di congiunzione tra la certificazione di impresa e la certificazione di prodotto. La domanda che bisogna porsi è molto semplice: può una casa, un edificio pubblico, un’infrastruttura essere sostenibile se è stata costruita e realizzata in modo non sostenibile? Il cantiere sostenibile non riguarda solo la pubblica amministrazione, ma anche i beneficiari dei fondi Pnrr e della finanza ispirata Esg, oltre alle aziende certificate. Arrivare in ritardo su questo aspetto significa, di fatto, che si sta uscendo dal mercato.”