La presenza del Responsabile della Sostenibilità (Rso) in azienda aumenta le iniziative di corporate social responsibility (Csr), aiuta a ridurre le cosiddette “socially irresponsible activities” e produce migliori risultati di business. Ma in Italia oggi solo il 7% delle imprese ha un Responsabile della Sostenibilità. E solo il 3% delle aziende ha già implementato un Piano di Sostenibilità. È quanto emerge dalla ricerca di Deloitte “Il ruolo del Sustainability Manager”, che indaga come viene gestita la sostenibilità all’interno delle aziende e quanto è diffusa la figura del Responsabile della Sostenibilità.
“Le aziende sono oggi chiamate a mettere a fuoco un nuovo approccio alla sostenibilità. Non si tratta solo di individuare e realizzare azioni che riflettano una maggiore attenzione all’ambiente o ambiscano a una superiore ricaduta sociale. Si tratta di sviluppare una concreta integrazione strategica delle tematiche Esg nel modello di business, ripensando i rapporti con tutti gli stakeholder e aggiornando i prodotti e i servizi venduti sul mercato, nell’ottica di una crescente generazione di valore“, commenta Franco Amelio, Deloitte Sustainability Leader. “La sostenibilità è un tema centrale nella definizione della strategia aziendale. È una delle leve fondamentali per operare sul mercato, per attrarre i migliori talenti, per consolidare la reputazione, per consentire l’accesso al mercato dei capitali, per accelerare gli investimenti. Nelle scelte di allocazione del capitale, è la principale discriminante nella maggior parte dei settori industriali: per questo serve una visione integrata di lungo periodo, in cui la sostenibilità concorra effettivamente a definire il profilo aziendale“, aggiunge Stefano Pareglio, presidente di Deloitte Climate&Sustainability.
Nonostante la rilevanza dei temi legati alla sostenibilità dichiarata dalle aziende in Italia, la maggior parte delle imprese del nostro Paese non sta ancora gestendo tale aspetto in modo sistematico. Se si considera l’adozione di un Piano di Sostenibilità, solo il 3% delle organizzazioni lo ha già implementato, un altro 3% ha in programma di introdurlo, mentre un 11% sta valutando tale possibilità. Ma, in prospettiva, l’adozione di un Piano di Sostenibilità sembra destinata a diventare sempre più diffusa e integrata nel business. Per valutare in modo oggettivo i benefici derivanti da un Piano di Sostenibilità, è necessario elaborare un set di indicatori o Key Performance Indicators (Kpi) in grado di coglierne l’impatto effettivo dentro e fuori il perimetro aziendale. Al momento, tuttavia, l’adozione di Kpi per il monitoraggio è ancora poco diffusa: tra le realtà che in Italia hanno un Piano di Sostenibilità già operativo, solo 4 su 10 ne fanno già uso, quasi 3 su 10 hanno in programma di implementarli e 2 su 10 stanno valutando la possibilità di elaborarli.
Un mezzo utile a certificare le azioni intraprese dall’impresa è il bilancio di sostenibilità, uno strumento che in Italia oggi è adottato solamente da una azienda su 10 circa. Oltre al bilancio di sostenibilità, anche le attività di comunicazione sulla sostenibilità sono ancora appannaggio di una minoranza, pari a un decimo delle imprese. Si rileva come, tra le realtà che veicolano il proprio impegno in questo ambito, il focus sia interno quanto esterno: i clienti e i dipendenti sono quasi in egual misura destinatari della comunicazione incentrata sui temi di sostenibilità.
Oggi tra le imprese italiane è poco meno di un quinto a effettuare investimenti in ambito sostenibilità, un dato che raggiunge invece un terzo del totale tra le realtà che hanno registrato una crescita di fatturato nell’ultimo anno. Inoltre, la maggior parte delle aziende che non hanno in programma di realizzare un Piano di Sostenibilità è tendenzialmente meno incline della media a prevedere investimenti in tale area: è il 92% di queste ad affermarlo, contro la media dell’82%. Esplorando gli ambiti di destinazione degli investimenti, in cima alla lista c’è l’integrazione di tecnologie sostenibili, seguita da progetti di sostenibilità interni all’azienda e dall’intenzione di innovare i prodotti e servizi. Dallo studio emerge anche l’importanza dello sviluppo di partnership strategiche con aziende dello stesso o di altri settori: la condivisione rappresenta un fattore determinante per le realtà di minori dimensioni, che spesso non hanno le risorse e le competenze per sviluppare in autonomia soluzioni per migliorare la propria sostenibilità. L’approccio sistemico di filiera, dunque, risulta critico per le Pmi.
Nel nostro Paese una figura che si occupa esclusivamente di sostenibilità, un Responsabile della sostenibilità (Rso), è presente solo nel 7% delle aziende. Una percentuale che sale al 37% se si considerano solo le imprese con più di 50 dipendenti. Si tratta, del resto, di una figura che, nella maggioranza dei casi (71%), è stata istituita da meno di 5 anni. Per quanto riguarda la gerarchia aziendale, nel 31% dei casi gli Rso riportano direttamente all’amministratore delegato, nel 25% riportano al Direttore Operativo e nel 14% dei casi al Responsabile di Produzione. Limitato, per ora, il numero di persone dedicate ai team degli Rso: il 43% degli Rso ha a disposizione al massimo due persone, il 26% ne ha al massimo 5, il 10% ha 10 persone e solo il 7% ne ha più di 10.