Riguardo all’annuncio di ENI di voler incrementare la propria produzione di idrocarburi a 1,9 milioni di barili di petrolio equivalente al giorno, riceviamo e volentieri pubblichiamo una nota dell’Onorevole Enrico Cappelletti, Membro Commissione Industria alla Camera dei Deputati (Gruppo Movimento 5 Stelle).
“La strategia di ENI rischia di far violare al nostro Paese gli impegni climatici assunti e di minare seriamente il processo di transizione ecologica in atto. Con obiettivi che non sono affatto in linea con quelli sanciti dall’Accordo di Parigi, la ‘partecipata’ tira dritta nell’espansione di petrolio e gas e di fatto riserva alle rinnovabili un misero piano di sviluppo. Aspetti sollevati dagli azionisti in occasione dell’assemblea dei soci e sui quali, attraverso un’interrogazione, abbiamo chiesto lumi al Ministro dell’economia e delle finanze. In qualità di azionista di controllo pubblico che di fatto detiene quasi il 31% delle azioni ordinarie, il MEF non può rimanere silente“.
“Secondo quanto emerge dalle analisi di Reclaim Finance, Recommon e Greenpeace Italia l’ENI ha infatti annunciato di voler incrementare la propria produzione di idrocarburi a 1,9 milioni di barili di petrolio equivalente al giorno, e di voler dedicare agli investimenti nelle rinnovabili solo 1,65 miliardi di euro dei 9 di spesa in conto capitale previsti, all’anno, nel triennio 2023-2026. Con questi obiettivi il colosso dell’oil&gas non solo sfora del 70% il livello richiesto per allinearsi agli scenari di riduzione delle emissioni Net Zero Emission, ma relega anche le rinnovabili al di sotto del 7% nel mix di approvvigionamento energetico aziendale. L’opposto di quello che avrebbe dovuto fare, soprattutto in questo momento storico, in cui gli investimenti nelle rinnovabili stanno crescendo perché più economiche e convenienti da finanziare rispetto alle fossili. Ci chiediamo, ma se ne deducono i motivi perché questo Governo continui a essere miope sulla transizione ecologica, si ostini a battere una strada che avremmo dovuto abbandonare da tempo e non inizi dal chiedere un maggior impegno alle società partecipate come ENI. Dal Ministero ci aspettiamo delucidazioni su cosa intenda fare“