“La decarbonizzazione si fa investendo”, sostiene l’ad di A2A Renato Mazzoncini. E gli investimenti nel nuovo Piano industriale della società sono pari a 22 miliardi di euro in 12 anni, riporta un comunicato.
“Investimenti che vengono interamente dai nostri flussi di cassa, senza un euro di contribuzione pubblica”, precisa l’ad. Di questi, 6 miliardi saranno destinati all’economia circolare, 16 alla transizione energetica. Un piano decennale che guarda al 2035, spartiacque per la transizione, e che affonda le radici, spiega Mazzoncini, nel “cambio di rotta” e nella crescita industriale dell’ultimo triennio, che ha generato “obiettivi economici superiori alle attese”.
La multiutility archivia infatti il 2023 con quello che l’ad saluta come “il risultato migliore di sempre”. Un utile netto, trainato dalle business units generazione & trading e mercato, pari a 659 milioni di euro, in aumento del 64% rispetto al 2022. Il dividendo cresce a 0,0904 euro per azione (+6%). Un monte dividendi di circa 300 milioni che, per più della metà andrà ad amministrazioni pubbliche. Tra i principali azionisti i comuni di Milano e di Brescia che incasseranno 75 milioni a testa.
“Nel corso dell’anno abbiamo accelerato sugli investimenti per il miglioramento e il potenziamento delle reti elettriche di distribuzione, la crescita della produzione rinnovabile, la flessibilità degli impianti di generazione e il recupero di materia ed energia”, aggiunge l’ad. Il Piano 2024-2035 prosegue su questo cammino e punta “sull’ elettrificazione dei consumi, lo sviluppo delle rinnovabili, la chiusura del ciclo dei rifiuti e il miglioramento dell’efficienza del ciclo idrico”. Nel dettaglio, i 6 miliardi investiti in economia circolare riguarderanno per il 32% la valorizzazione dei rifiuti (waste of energy), il trattamento dei rifiuti (25%), il teleriscaldamento (14%) e il ciclo idrico (12%). I 16 miliardi che riguardano la transizione invece, saranno investiti in rinnovabili (29%) e, ancora, nello sviluppo della rete elettrica (43%).
Una strategia di consolidamento che quest’anno ha già mosso un passo decisivo con l’acquisizione di un ramo della rete elettrica lombarda di e-distribuzione. L’accordo prevede il riconoscimento, da parte di A2A, di un corrispettivo pari a circa 1,2 miliardi di euro, definito sulla base di un Enterprise Value (riferito al 100%) pari a circa 1,35 miliardi di euro. Un’acquisizione che, aggiunge l’ad in conferenza stampa, “finanziamo per il 50% con i flussi di cassa e per il restante 50% con meccanismi di apertura del capitale a soci passivi”. Al 2035, tra gli obiettivi industriali anche quello di raggiungere una capacità di 5,7 GW di energia rinnovabile, grazie alla crescita dell’eolico e del fotovoltaico e il consolidamento dell’idroelettrico. Previsto anche un aumento dei rifiuti trattati, fino a 7,3 Mton.
Per quanto riguarda i target finanziari, a fine Piano l’obiettivo è di traguardare il miliardo di euro di utile e raggiungere un ebitda di oltre 3,2 miliardi, con una crescita annua del 3% dei dividendi. “E un Piano a lungo termine che guarda alle nuove generazioni. La rete elettrica e quella dell’acqua sono quelle che i miei nipoti vedranno”, conclude l’ad.