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DM Fer1, Anev: “Urgente semplificare gli iter autorizzativi”

Anev – Associazione Nazionale Energia dal Vento ha commentato i dati delle graduatorie dei Registri e delle Aste relativi al secondo bando previsto dal Decreto 4 luglio 2019 sulle fonti di energia rinnovabile (il cosiddetto DM Fer1). Partendo da un punto: su 872,46 MW messi a gara lo scorso 1 marzo, il Gestore dei servizi energetici (GSE) ha ricevuto 875 domande per un totale di 587,5 MW. Saturati i contingenti dei Registri (Gruppo A e Gruppo B), per i quali sono state presentate domande con il massimo ribasso previsto, dunque fino al 30% sulla tariffa base.

Per quanto riguarda i Registri, in quelli del Gruppo A relativo agli impianti eolici on-shore e agli impianti fotovoltaici di nuova costruzione, Anev sottolinea che sono pervenute 494 domande per un totale di 75 MW, su un contingente di 45 MW. Il totale dei MW presentati equivale quasi al totale messo ad asta, con un esiguo numero di progetti fotovoltaici e la maggior parte di impianti eolici.

Per quanto riguarda le procedure delle Aste, l’Anev evidenzia che su un contingente totale di 500 MW del Gruppo A ne sono stati assegnati 425,3 MW, dei quali la stragrande maggioranza interessa l’eolico; è invece venuta a mancare la quota attesa di fotovoltaico, che comunque ha espresso mediamente sconti percentuali più alti grazie al minor costo di produzione rispetto all’eolico. Altro elemento di interesse è il prezzo di aggiudicazione che va da un ribasso del 20% massimo fino ad un minimo del 2,39%.

Anev sottolinea dunque come sia particolarmente urgente semplificare i processi autorizzativi per consentire di sbloccare migliaia di MW di progetti eolici già autorizzati o addirittura già in esercizio, garantendo ai titolari la possibilità di adeguarli alla tecnologia più moderna senza aggravamento delle procedure autorizzative.

Oggi – conclude la nota dell’Anev – capita spesso di avere pareri negativi delle Soprintendenze del Ministero dei Beni Culturali su progetti alimentati da Fonti Rinnovabili in aree dove non vi sono vincoli da tutelare. Il Governo non può ignorare che oggi ci troviamo davanti alla necessità di scegliere come prioritarie le misure di tutela dell’ambiente finalizzate alla lotta ai cambiamenti climatici, alla riduzione della CO2 e degli inquinanti che sono la causa di molti danni che rischiano di divenire irreversibili. Il nostro Paese ha giustamente adottato un Pniec (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima) utile a combattere i mutamenti climatici in corso, bisogna che ci si doti degli strumenti necessari a trasformare in politiche concrete questi obiettivi. Per fare questo l’Italia necessita di un allungamento dei meccanismi di aste competitive ben oltre il 2021 (avrebbe senso pensare al 2030 come per gli obiettivi del Pniec) e una semplificazioni profonda dei meccanismi autorizzativi, sempre nel rispetto delle tutele ambientali e paesaggistiche necessarie”.

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