Favorire la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. É questo l’obiettivo di Sofidel, azienda italiana tra i principali leader al mondo nella produzione di carta per uso igienico e domestico, nota in particolare per il brand Regina, da anni impegnata nella riduzione del proprio impatto ambientale lungo tutta la filiera di fornitura. Clima-Energia, filiera legno-carta e packaging sono i tre ambiti “sui quali siamo sicuramente chiamati a lavorare”, ha affermato all’Adnkronos, Riccardo Balducci, Energy & Environment Director di Sofidel.
Per quanto riguarda la filiera legno-carta, osserva Balducci, “la materia prima della carta igienica è di origine forestale e in quanto tale è rinnovabile. Sul fronte dell’approvvigionamento di cellulosa, il Gruppo può garantire il 100% di cellulosa certificata da terze parti indipendenti, attraverso schemi internazionali: Fsc, Fsc Controlled Wood, Sfi, Pefc. Andando oltre la certificazione Sofidel, di recente, ha aderito anche al programma Forests Forward del Wwf: una piattaforma multi-stakeholder pensata per accrescere l’efficacia e accelerare gli impegni per la salvaguardia delle foreste. Fra gli obiettivi, in particolare, zero-deforestazione e zero-conversione”.
La terza sfida riguarda gli imballaggi, in particolare lo sviluppo di un packaging più sostenibile. “Sì – specifica Balducci – è un altro dei punti qualificanti del nostro impegno. Un obiettivo perseguito da Sofidel prima di tutto attraverso l’introduzione di nuovi packaging in carta kraft e, in alcuni mercati, di plastiche riciclate o di bioplastiche al posto del polietilene. In virtù dell’altissima riciclabilità ed essendo rinnovabile, la carta è una buona soluzione per sostituire la plastica anche se sconta potenzialmente il problema di essere più fragile, più pesante e leggermente più costosa. Oggi la carta è uno dei nostri imballaggi più diffusi. Solo nel 2020 abbiamo sostituito con carta il vecchio polietilene in 102 prodotti in 20 paesi europei”.
“Il nostro obiettivo – conclude Balducci – è il taglio del 50% dell’incidenza della plastica convenzionale nella produzione entro il 2030 rispetto al 2013, e ad oggi abbiamo già ridotto nel complesso l’incidenza degli imballaggi in plastica del 19,6%. Una strategia la transizione ecologica che crediamo debba passare anche da attività di sensibilizzazione delle persone: di un consumatore che la pandemia ha certamente messo a dura prova. Sarebbe però in ogni caso un errore considerare il prezzo l’unico, esclusivo elemento per fare la differenza. In questo serve un impegno costante nel lungo periodo”.