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Caserta, a marzo Seri Group inaugura la fabbrica di celle e batterie al litio

In un recente articolo pubblicato sul Sole 24 Ore a firma di di Gianluca Di Donfrancesco,  quella di Taverola in provincia di Caserta sarà una delle prime fabbriche di celle a ioni di litio e batterie per il settore industriale, storage e dei trasporti in Europa: il progetto del gruppo Seri Industrial è ormai al traguardo. È già cominciata la fase di collaudo per l’impianto realizzato nello stabilimento acquisito dalla ex-Whirlpool nel 2017. L’inaugurazione è in programma per fine febbraio-marzo.

Un traguardo e insieme il punto di partenza per un disegno ancora più ambizioso, articolato in due tappe. Prima, creare una filiera integrata delle batterie a ioni di litio, dalla ricerca al riciclo. Poi, spiega Marco Civitillo, membro della famiglia fondatrice del gruppo nato nel 1999, fabbricare batterie «altamente innovative» per vetture elettriche, il cuore dell’auto del futuro. Per riuscirci, la Faam, società del gruppo, potrà contare su 427 milioni di euro di aiuti pubblici, sui circa 570 che Roma si è impegnata a stanziare a favore di cinque società italiane, nell’ambito del progetto Ue per la realizzazione di una filiera europea delle batterie per auto.

La riconversione dello stabilimento ex-Whirlpool ha richiesto un investimento di circa 54 milioni: 17 erogati a fondo perduto da Invitalia, più altri 20 di finanziamento agevolato. Gli altri 17 ce li ha messi Seri, anche tramite i capitali raccolti con la quotazione in Borsa di circa un anno fa. «L’impianto – spiega Civitillo – avrà una capacità di circa 300 megawatt e produrrà batterie al litio progettate sulle esigenze dei clienti», come lo sviluppo di batterie per applicazioni marine e militari.

Nello stabilimento di Teverola lavoreranno 75 addetti, ex dipendenti Whirlpool riqualificati all’interno del gruppo Seri: «Oggi – spiega Civitillo – non esiste un know how vero e proprio in questo settore. Tutto il progetto ha un valore aggiunto in più, quello della formazione di professionalità che al momento non esistono o sono molto scarse, si tratti di operai, ricercatori o ingegneri». Leggi tutto l’articolo

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