Riguardo al tema dei rincari dell’energia, riceviamo e volentieri pubblichiamo una nota di Gianni Girotto, Presidente della Commissione Industria e Commercio del Senato.
“Dal Consiglio dei Ministri oggi è arrivata una boccata d’ossigeno per imprese e famiglie con gli stanziamenti per arginare il caro-energia. Leggendo però i testi, a caldo, si evince ancora troppa poca decisione e poco metodo nello spingere verso le fonti di Energia Rinnovabile e il risparmio energetico. Che sono le uniche vere soluzioni, se vogliamo ambire a bollette più contenute. Ci sono, è vero, delle semplificazioni sulle procedure autorizzative, ma sono ancora decisamente insufficienti e poco razionali. Ci sono altresì dei fondi dedicati, ma manca completamente una spinta verso il superamento di una serie di vincoli tecnici che tuttora sussistono nel mercato elettrico, e che penalizzano fortemente il pieno dispiegamento delle Rinnovabili. Inoltre i sussidi ‘a pioggia’ e a fondo perduto forse non sono il metodo più efficiente per spingere il settore.”
“Manca totalmente – come avevamo chiesto con la mozione presentata in settimana al Senato – anche un ripensamento sull’art. 16 del “Sostegni Ter”, che chiede un sacrificio esagerato proprio alle Rinnovabili, mentre nulla chiede alle fossili, che sono la causa scatenante degli aumenti. Ancora una volta sembra un provvedimento per niente coraggioso scritto “da tecnici” chiusi nei palazzi, che non si confrontano con il mondo reale degli operatori, cioè di chi conosce profondamente il proprio mondo, e che può fornire indicazioni preziose, che poi naturalmente la politica gestirà secondo i propri indirizzi. Negli altri Paesi le “lobby” sono regolamentate, qui in Italia non rientrano in un sano e trasparente processo di confronto e dialogo. Ma com’è possibile non accorgersi che la politica e il mondo reale devono avere tavoli permanenti di confronto? Infine, ritengo che le disposizioni economiche e di semplificazione adottate sull’incremento della produzione di gas nazionale non comporteranno i benefici economici attesi, soprattutto se si mira ad averli in tempi brevi. Senza contare che potrebbero mettere a rischio l’economia locale nella quale si dovessero svolgere le attività”.